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Attività cognitive

Progetto "Coraggio delle donne"

Un percorso dedicato alla conoscenza dei non valori dell’odio, dell’egoismo, della paura, dell’opportunismo e della violenza

Un percorso dedicato alla conoscenza dei non valori dell’odio, dell’egoismo, della paura, dell’opportunismo e della violenza che sono in forte aumento nel periodo di pandemia Covid 19, per contrastare la crescita dei sentimenti negativi e favorire il recupero dei valori dell’uguaglianza, della cultura, del rispetto per il prossimo e per le regole, del bene comune, con pazienti autori di reato.

 

Abbiamo ritenuto necessario portare avanti questo progetto con i pazienti autori di reato della Struttura Riabilitativa Psichiatrica “ Quadrifoglio” di Rosello (Ch).

La violenza contro le donne rappresenta un importante problema di sanità pubblica, oltre che una violazione dei diritti umani.

La violenza ha effetti negativi a breve e a lungo termine, sulla salute fisica, mentale, sessuale e riproduttiva della vittima. Le conseguenze possono determinare per le donne isolamento, incapacità di lavorare, limitata capacità di prendersi cura di sé stesse e dei propri figli. I bambini che assistono alla violenza all’interno dei nuclei familiari possono soffrire di disturbi emotivi e del comportamento. Gli effetti della violenza di genere si ripercuotono sul benessere dell’intera comunità.

Secondo il rapporto dell'OMS Valutazione globale e regionale della violenza contro le donne: diffusione e conseguenze sulla salute degli abusi sessuali da parte di un partner intimo o da sconosciuti (in lingua inglese), la violenza contro le donne rappresenta “un problema di salute di proporzioni globali enormi”. Redatto in collaborazione con la London School of Hygiene & Tropical Medicine e la South African Medical Research Council, il rapporto analizza sistematicamente i dati sulla diffusione della violenza femminile a livello globale, inflitta sia da parte del proprio partner, sia da sconosciuti.

Il tema della violenza contro le donne e/o in ambiente domestico esemplifica altrettanto emblematicamente, nello stesso tempo, uno dei campi di materia in cui l’attenzione (sia legislativa che giudiziaria) viene ormai rivolta, più che a singoli illeciti in sé considerati, al fenomeno generale: in questo orizzonte la giustizia penale diventa una agenzia giuridico-istituzionale che si fa carico del fenomeno, in chiave innanzitutto preventiva, non da sola, ma in collaborazione con altri soggetti istituzionali e sociali (e altri settori professionali), nell’ambito di un sistema “a rete”. 

Nel Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne 2017-2020 è stata prevista l’attivazione di percorsi di rieducazione degli uomini autori di violenza contro le donne. Infatti il Dipartimento per le pari opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri (DPO), come raccomandato nell’art. 16 della Convenzione di Istanbul, riserva specifiche risorse per il sostegno di programmi di prevenzione, recupero e trattamento per uomini maltrattanti per prevenire la recidiva e per favorire l’adozione di comportamenti non violenti nelle relazioni interpersonali.

In questo ambito di impegno, altresì, il Ministero della giustizia ha posto attenzione alla formazione sui diversi modelli di trattamento intramurale, sui protocolli e le buone pratiche per ridurre la recidiva anche attraverso il coinvolgimento dei soggetti esterni all’Amministrazione e il consolidamento e lo sviluppo di collegamenti e sinergie col territorio.

La necessità di un trattamento degli autori di violenza come segmento di una più ampia azione integrata compare in diversi documenti di organismi internazionali ed europei. È presente nel report conclusivo della Conferenza mondiale delle Donne di Pechino nel 1995 nella “Dichiarazione e Piattaforma di Azione” tra gli interventi da attuare per combattere la violenza contro le donne, nella Raccomandazione del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa sulla protezione delle donne dalla violenza nel 2002, nella Risoluzione 5 aprile 2011 del Parlamento Europeo, e infine nella Convenzione di Istanbul del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne, che oltre alla necessità di programmi rivolti agli autori di violenza domestica e di reati sessuali, specifica che i programmi devono essere attuati in stretto coordinamento con i servizi specializzati di sostegno alle vittime. 

Dunque, a livello internazionale ed europeo, i programmi di intervento sono da anni incoraggiati e raccomandati, in un’ottica di responsabilizzazione e prevenzione. L’esperienza italiana è invece decisamente più recente. Se infatti piccoli gruppi o singoli studiosi hanno iniziato ad affrontare il tema della violenza dalla prospettiva maschile sin dagli anni ‘80 e ‘90, per parlare di una vera elaborazione che porta a interventi specifici si devono attendere gli anni 2000. 

Solo nel 2009 – scrive il sociologo e docente dell’Università di Parma Marco Deriu nel saggio Cambiamenti di frame. La prospettiva culturale e politica del lavoro sulla violenza maschile – si è assistito in Italia a una svolta significativa nelle politiche rivolte al contrasto della violenza maschile contro le donne. Uno spostamento di focus, prima rivolto solo alle donne come vittime o soggetti di una ricerca di autonomia, ha iniziato a considerare anche gli uomini, e si è andati poi verso il passaggio successivo, non scontato, che ha visto la creazione di servizi e centri rivolti ai responsabili, nell’ottica di un coinvolgimento maschile nel contrasto alla violenza.

 

 

 

 

La violenza contro le donne e la pandemia Covid-19.

Laddove le famiglie sono più a stretto contatto e trascorrono più tempo assieme, come avvenuto durante l’attuale pandemia, aumenta il rischio che le donne e i figli siano esposti alla violenza soprattutto se in famiglia vi sono gravi perdite economiche o di lavoro. Man mano che le risorse economiche diventano più scarse, possono aumentare anche forme di abuso, di potere e di controllo da parte del partner. I dati Istat indicano che le chiamate al numero antiviolenza 1522 nel periodo 1 marzo-16 aprile 2020 sono state 5.031, il 75% in più rispetto al medesimo periodo del 2019.

Nel Periodo compreso tra marzo e giugno 2020 il numero delle chiamate sia telefoniche sia via chat al numero antiviolenza 1522 secondo i dati Istat è più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+119,6%), passando da 6.956 a 15.280. 

I numeri della violenza contro le donne:

  • Nel mondo la violenza contro le donne interessa 1 donna su 3. 

  • In Italia i dati Istat mostrano che il 31,5% delle donne ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Le forme più gravi di violenza sono esercitate da partner o ex partner, parenti o amici. Gli stupri sono stati commessi nel 62,7% dei casi da partner.

  • Secondo il Rapporto Istat 2018 sulle vittime di omicidi, il 54,9% degli omicidi di donne sono commessi da un partner o ex partner, il 24,8% da parenti, nell’1,5% dei casi da un’altra persona che la vittima conosceva (amici, colleghi, ecc.)   

Questi dati evidenziano le gravi dimensioni del fenomeno che costituisce un rilevante problema di sanità pubblica, oltre che una violazione dei diritti umani.

Nel triennio 2017-2019, secondo le risultanze dell’analisi condotta dal ministero della Salute e dall’Istat sugli accessi in Pronto soccorso, rilevati dal Sistema informativo per il monitoraggio dell’assistenza in Emergenza-Urgenza (EMUR, per approfondire la conoscenza del fenomeno della violenza di genere, le donne che hanno avuto almeno un accesso in Pronto Soccorso con l’indicazione di diagnosi di violenza sono 16.140 per un numero totale di accessi in Pronto Soccorso con l’indicazione di diagnosi di violenza nell’arco del triennio pari a 19.166 (1,2 accessi pro capite). Dai dati di accesso al Pronto Soccorso è emerso che le stesse donne nell’arco del triennio hanno effettuato anche altri accessi in Pronto Soccorso con diagnosi diverse da quelle riferibili a violenza. Complessivamente il numero pro-capite di accessi per queste donne, a prescindere dalla diagnosi, è superiore a 5 e nella classe di età 18-44 anni è superiore a 6. Questo significa che una donna che ha subito violenza nell’arco del triennio torna in media 5/6 volte in Pronto Soccorso.

Analizzando i dati per fascia di età, il 57% degli accessi è di donne che hanno tra 18 e 44 anni, il 24,4% hanno tra 45 e 64 anni, le minorenni costituiscono il 14,3% del totale e le donne con più di 64 anni sono il 4,3%.

 

Abbiamo dunque ritenuto necessario creare un progetto sul tema “il coraggio delle donne-valori e non valori” con i nostri pazienti autori di reato, che possa realizzarsi in una serie di attività e laboratori volti alla conoscenza della tematica, all’acquisizione di strategie di prevenzione e a sviluppare una consapevolezza di come questo problema si è manifestato in passato nelle loro vite in modo da garantire un reinserimento sociale più efficace. Infatti la problematica della violenza è stata vissuta in prima persona da molti nostri pazienti in alcuni episodi di vita precedenti al percorso riabilitativo, alcuni di loro ne sono stati vittime, altri artefici, per questo lavorare su tale tematica e sull’impulsività che c’è alla base diventa un importante obiettivo riabilitativo.

 

Scopo centrale del lavoro

Il progetto si propone di sensibilizzare e di informare i pazienti sul tema dei “non valori”: l’odio, l’egoismo, la paura, l’opportunismo e soprattutto la violenza, sentimenti che con la pandemia Covid 19 iniziano a prevalere e ad aumentare sempre più. Il “femminicidio”, atto di violenza estrema sulle donne, è una conseguenza di diversi sentimenti di odio maturati durante la crescita personale e formativa. La tematica del “bullismo”, altro aspetto della violenza, verrà affrontata definendo tutti gli aspetti psicologici degli attori centrali di questa dinamica, che porta i ragazzi a crescere in una dimensione in cui la violenza appare “socialmente convenzionale” e molto spesso sfocia in odio e violenza nell’età adulta. Per questo le attività che si andranno a svolgere avranno l’obiettivo generale di potenziare la dimensione sociale dell’apprendimento e di veicolare in modo adeguato le informazioni fornite per rafforzare l’efficacia individuale e collettiva indispensabili per il raggiungimento del successo riabilitativo da parte di ogni paziente. Si andranno a sviluppare quindi degli appuntamenti nei quali la problematica sarà affrontata sia dal punto di vista psicologico che sociologico, in modo da aiutare i ragazzi ad individuare il senso del loro esistere come individui e come collettività, affinché vogliano investire le loro risorse residue in un processo di crescita e consapevolezza.

 

  1. TEMI PRINCIPALI CHE SI SVILUPPERANNO NEGLI APPUNTAMENTI:

  • Violenza sulle donne e femminicidio

  • Il coraggio delle donne ieri ed oggi

  • Bullismo e Cyberbullismo

  • Bellismo vs Bullismo

  • Razzismo, discriminazione razziale

  • Vulnerabilità e fragilità durante la pandemia Covid 19

  • Valori e Non Valori (odio, egoismo, paura, opportunismo, violenza)

  • Integrazione – Intercultura – Agitu Gudeta – Violenza e persecuzione di genere

  • La riscoperta del tatto e del contatto sensoriale post pandemia Covid 19

 

Riportiamo alcuni degli argomenti specifici trattati nel progetto:

LA FIGURA DELLA DONNA AGITU GUDETA:

  1. Chi era Agitu Ideo Gudeta, vittima di femminicidio

  2. Agitu Gudeta_ l'Italia piange la sua regina delle capre felici

  3. Agitu Ideo Gudeta, era il nostro simbolo per la terra senza frontiere

  4. Agitu Ideo Gudeta, una panchina rossa al posto del suo banco al mercato

  5. Agitu, esempio di coraggio e intraprendenza

  6. Arrivederci Agitu. Il tuo cammino sarà da esempio per il futuro!

  7. Chi curerà adesso le 82 caprette di Agitu Ideo Gudeta

  8. Integrazione, formaggi e rispetto per l’ambiente_ chi era Agitu Gudeta, la donna etiope uccisa in Trentino

  9. La storia di Agitu, la battaglia per la terra

  10. Uccisa Agitu Gudeta, simbolo di riscatto e integrazione

  11. Una donna da ricordare, un esempio di integrazione

 

 

IL TEMA DELLA DISCRIMINAZIONE E DEL RAZZISMO IN AUMENTO DURANTE IL COVID 19:

  1. Combattere il razzismo durante la pandemia

  2. Aumento delle discriminazioni razziali: l'altro virus che colpisce l'America

  3. la pandemia vissuta dai migranti

  4. Lotta alle discriminazioni per motivi di sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere e disabilità

  5. Razzismo ai tempi della pandemia

  6. Report e dati sull’aumento della discriminazione durante la pandemia Covid 19

  7. Ultranazionalismo, antisemitismo, odio nei confronti dei musulmani: la Commissione contro il razzismo lancia l'allarme sulla situazione in Europa

 

IL TEMA DEL BULLISMO:

  1. Aumento del bullismo durante il lockdown

  2. Bullismo al femminile nel centro città. Con il covid in aumento risse e liti fra adolescenti

  3. Bullismo Covid: aumentano le vittime tra i giovani a causa della pandemia

  4. Bullismo in rete al tempo del Covid, 'non è un gioco'

  5. Con il covid in aumento anche il cyberbullismo

  6. Coronavirus, in aumento risse e litigi tra ragazzi

  7. Covid, cyberbullismo: raddoppiano le vittime minori di 9 anni

  8. Cyberbullismo e Covid: conoscere il fenomeno per proteggere i nostri figli

  9. Cyberbullismo in aumento al tempo del coronavirus. Anche per noia da lockdown

  10. Giovani, 61% vittima di cyberbullismo o bullismo. Nell'anno del Covid il 93% degli adolescenti si sente solo

  11. Giovani, il Covid non ferma bullismo e cyberbullismo

  12. Il cyberbullismo ai tempi del coronavirus

  13. La pandemia aumenta i casi di bullismo e cyberbullismo

  14. La storia di Alice, da vittima a testimonial_ «Ragazzi, ribellatevi ai bulli»

 

 

IL TEMA DELLA VIOLENZA SULLE DONNE:

  1. Gli episodi di violenza sulle donne aumentati nell’anno del Covid-19

  2. Con il lockdown è aumentata la violenza sulle donne: nel 2020 uccisa una donna ogni 3 giorni, raddoppiano i femminicidi-suicidi

  3. Coronavirus, la violenza sulle donne aumenta a causa del lockdown

  4. Dati e inchiesta femminicidio - La violenza durante il COVID

  5. Europa: il Covid-19 aumenta l’insicurezza di milioni di donne e ragazze

  6. La violenza contro le donne ai tempi del coronavirus

  7. La violenza contro le donne e i bambini ai tempi del Covid-19

  8. La violenza di genere e domestica durante l’emergenza da Covid-19

  9. Le donne pagano di più. Covid e l’aumento dei femminicidi

  10. Violenza sulle donne, un virus senza vaccino: le strategie nel mondo di aiuto e prevenzione

 

IL TEMA DELLA PAURA E DEI SENTIMENTI NEGATIVI IN AUMENTO DURANTE LA PANDEMIA COVID 19:

  1. Dalla paura alla rabbia: i sentimenti durante la pandemia di COVID-19

  2. Covid 19 e paura del virus: cos’è e come reagire

  3. Oltre il Coronavirus: la ragione contro il contagio della paura

  4. Paura, ansia, attacchi di panico e depressione. La pesante eredità del virus sulla nostra vita

  5. Paura, poi rabbia e orgoglio: ecco i sentimenti del Covid

 

IL TEMA DELL’ODIO E DELL’OPPORTUNISMO:

  1. Coronavirus, come potrebbe cambiare le regole sociali tra altruismo e opportunismo

  2. Il virus dell'odio ai tempi della pandemia

  3. L’odio ai tempi del coronavirus (e non solo)

  4. La cura delle parole. Virus dell’odio: metafora o realtà?

  5. Le parole d’odio fonte di violenza e di discriminazione

  6. L'odio contro le persone disabili

  7. Odio e pericoli online: dai pregiudizi alle discriminazioni